Troppa luce per Vincent, 2018

L’opera Troppa luce per Vincent si ispira all’intensità di uno dei maestri più influenti dell’epoca moderna: Vincent Van Gogh.

Attraverso le pieghe Cesare Berlingeri crea segni che si intrecciano e si sovrappongono dando vita ad una composizione di forte impatto emotivo, in questa composizione il giallo di cadmio e le pieghe sono i protagonisti dell’opera.

«Quest’opera cattura l’essenza del mio lavoro: unire la luce e il colore. Per me è assolutamente vitale fare un’arte che sia un semplice gesto, come una piega o una superficie monocroma dove perdersi in una fusione con l’opera, dove non si scorgono più né soggetti, né oggetti, ma un incanto originario».

Cesare Berlingeri

Cesare Berlingeri (Foto Lamorfalab Studio Creativo)
Biografia essenziale:

Cesare Berlingeri, nato nel 1948 a Cittanova (RC), conosciuto come il maestro delle tele piegate, si contraddistingue nel mondo dell’arte per il suo originale uso della tela che piegata segna se stessa. Usa pigmenti di colore vibrante da lui stesso preparati ed un segno minimalista che sempre ci riporta a concetti originari naturali.

La sua carriera si è evoluta attraverso diverse forme espressive, dalla pittura alla scenografia teatrale e alle installazioni site specific. La sua capacità di spaziare tra diverse forme espressive ha arricchito il suo percorso e lo ha consolidato come figura di rilievo nel panorama artistico contemporaneo.

Fin da giovane ha coltivato una passione per l’arte e negli anni Sessanta ha avuto l’opportunità di viaggiare in Europa immergendosi negli ambienti dell’arte contemporanea.

Ha lavorato come scenografo e costumista, per il teatro e la televisione, mantenendo una stretta connessione tra il suo lavoro teatrale e l’attività artistica utilizzando le sue tecniche pittoriche per creare quadri in movimento sul palcoscenico.

Berlingeri ha presentato diverse serie di lavori nel corso degli anni, tra cui “Trasparenze”, “Strappi”, “Piegature”, “Fioriture” e “Corpi”. In particolare le “Piegature” hanno assunto un ruolo centrale nella sua ricerca creando un effetto visivo affascinante e una composizione sempre più essenziale basata su colore e materia.

Ha esposto oltre che in gallerie private e collezioni pubbliche in numerosi musei, sia in Italia che all’estero, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti per la sua sensibilità artistica e l’originalità nell’uso della tela e del colore.

Tra le principali personali quelle presso: Galleria Civica di Saint-Vincent (1979); Galleria d’Arte Moderna di Paternò, CT, (1989); Teatro Vittorio Emanuele, Messina (1990); Fondazione Mudima, Milano (1994/1999); Mole Vanvitelliana, Ancona (2003); Palazzo Moroni, Padova (2003); Castello Aragonese, Reggio Calabria (2005); S. Giovanni, Catanzaro (2005); MUDIMAdrie, Belgio (2006); Museo de Goiânia, prima tappa di un’antologica di duecento opere che prosegue al MAM di Salvador de Bahia e al MAM di Rio de Janeiro (2007);  Centro culturale Alinate San Gaetano, Padova (2012); Galleria Nazionale, Cosenza (2014); Consolato Italiano di Miami (2017); MARCA di Catanzaro (2019).

Tra le collettive: XI Quadriennale di Roma (1986); 11th International Cairo Biennale; Italian Shape, Pechino; Rigorismo, Istituto Italiano di Cultura, New York; Lucio Fontana e i mondi oltre la tela, Monfalcone. Nel 2024 una sua opera è tra le nuove acquisizioni della Collezione Farnesina.